07/03/2003 02:01 |
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| | | OFFLINE | Post: 12.202
| Registrato il: 24/06/2002 | Città: MILANO | Età: 44 | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Immortale | |
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Scritto da: MyZaEl 05/03/2003 12.41
erecticule sai di cosa stai parlando?
per me un essere malvagio è disposto a fare:
infanticidi
massacri di persone inermi
incendi dolosi
sfruttamento e schiavitù
sadismo
omicidi di massa, pulizie etniche
questo è quello che fa, o che prova a fare ogni sessione infatti...(: |
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10/03/2003 13:37 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.503
| Registrato il: 07/08/2002 | Città: TORINO | Età: 42 | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Veterano | |
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Ok. Per me non c'è nessun problema se un pg vuole vare il malvagio. Ma se scassa i maroni che vuole fare il cattivo, e poi è una spacie di robin hood mi fà girare un pò i maroni.
Stesso discorso per i DM. Se stressi la vita che tal posto è minacciato da un'entità malvagia, e poi l'unica cosa che succede è che ogni tanto 1 o 2 fanciulle spariscono: >: MA CHE PALLE!
Ciao |
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17/03/2003 17:03 |
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| | | OFFLINE | Post: 32
| Registrato il: 17/02/2003 | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Apprendista | |
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Scritto da: Salkaner 11/12/2002 12.22
Tolkien in questo senso è abbastnza manicheo, nelle sue opere (In ISdA in particolare, nel Silmarillion già meno) bene e male rasentano l'assoluto.
E così diversi altri autori.
Tolkien abbraccia l'idea di Lord Dunsany per cui il Male "è tentare di prendere d'assalto le porte del Paradiso". In pratica opporsi al Creatore è male. Il Bene è in questi casi intrinseco alla creazione, mentre il male è opporsi a "quello che dovrebbe essere".
Il concetto discende da quello di "maat" degli Egizi, trasposto poi in chiave cristiana.
Nella cosmogonia del D&D la cosa è molto più complicata, perchè il bene ed il male sono parte della creazione allo stesso livello. In effetti per definire il bene ed il male in senso metafisico occorre sempre una pietra di paragone e bisognerebbe identificarla prima di dire cos'è bene e cos'è male.
Myz aderisce (come me) all'idea che produrre sofferenza gratuita sia male, così come lo sia lo sfruttamento dei più deboli e la limitazione delle libertà altrui. Questa è una definizione "utilitaristica", che ben si presta al mondo reale, ma ben poco ad un mondo fantasy (o per certi versi al nostro mondo reale visto in chiave spirituale).
Tanto per fare un esempio trito e ritrito, il classico inquisitore alla Bernardo Gui non trovava nulla di male nel torturare la gente per salvare la loro anima. La sua definizione di male non ha nulla a che fare con questa Terra, ma con il Cielo.
Prendete il caso di un paladino che si trova di fronte ad un inquisitore di queso tipo. Che fare? Dove sta il male? Dove sta il bene?
Adoro le discussioni stimolanti....
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17/03/2003 21:33 |
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| Registrato il: 24/06/2002 | Città: MILANO | Età: 39 | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Illuminato | |
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la tortura è una forma di male.
non ha nessun senso se non la sofferenza...
la mia opinione è che un inquisitore che non esita a torturare sia una delle massime espressioni del male, che non è una cosa celeste, bensì terrena... |
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18/03/2003 02:03 |
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| | | OFFLINE | Post: 80
| Registrato il: 24/02/2003 | Città: RAVENNA | Età: 43 | Sesso: Femminile | Nuclearizzato | Iniziato | |
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Io credo che il male si possa riassumere così:una azione è malvagia o una persona è tale, quando fa una cosa per il puro gusto di nuocere, veder soffrire,per il puro gusto di un'azione cattiva.Infatti credo che una persona sia cattiva nel momento in cui è CONSAPEVOLE che sta per fare del male...perdonerei almeno per ingenuità, chi non se ne rende conto prima.Non so se sono stat molto chiara...[SM=x77415] |
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02/06/2003 09:34 |
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| | | OFFLINE | | Post: 4
| Registrato il: 01/06/2003 | Età: 39 | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Apprendista | |
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Concordo con la SdD,as usual...il Male vero è consapevole di essere tale e contento di nuocere...il male,a prescindere dall'etica dei tempi in cui si discute è,in sostanza,IMHO,distruzione degli altri e,talvolta,anche di sè stessi...in ogni momento,siamo chiamati a fare una scelta su come comportarci,a prescindere dalle"norme sociali" che sono mutevoli...in D&D è necessario semplificare,se non altro per capire contro chi funzioni Holy Smite...
Respect to you all!! |
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10/06/2004 01:29 |
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| | | OFFLINE | Post: 23
| Registrato il: 16/05/2004 | Città: ROMA | Età: 35 | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Apprendista | |
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il problema però è anche capire cosa sia un'"azione malvagia gratuita"...insomma se un paladino fa la carità ad un barbone è Buono,ma ovviamente lo fa solo per la propria soddisfazione(sa che magari li sprecherà,ma questo non gli interessa);se qualcuno fa un'azione considerata "male" per la propria soddisfazione allora è Malvagio...ma lo scopo che muove entrambi è lo stesso perciò torniamo alla definizione di Bene e Male assoluti o relativi...
secondo me ognuno ha una propria definizione personale di bene e male, e "male" è ciò che lui non farebbe per il proprio codice personale.nessuno è malvagio apposta, lo è solo per come lo vedono gli altri...
in D&D può esistere solo la divisione manichea tra bene e male altrimenti sarebbero tutti neutrali...io avevo un personaggio buono come il resto del mio party e stavamo conducendo una campagna contro un famigerato e originalissimo "esercito del caos" [SM=x77410] che era ovviamente malvagio...finchè io non sono stato catturato e il loro capo mi ha spiegato che c'erano dei motivi validi alla loro guerra...come ce n'erano per gli abitanti del posto per difendersi...dunque che fare?
ha ragione Salk quando ha citato il GRANDISSIMO Eddings dicendo che "ci siamo noi e loro"...riassume perfettamente la definizione di malvagio=diverso da come la penso io...
[OT] scusa salk ma da quale libro l'hai presa la citazione?non riesco proprio a ricordare chi l'abbia detta... |
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05/08/2004 23:54 |
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| | | OFFLINE | | Post: 7
| Registrato il: 31/07/2004 | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Apprendista | |
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Essere malvagi vuol dire fare tutto il contrario di quello che fano o hanno fatto chi in passato ha vinto...basta fare questo ragionamento: se la seconda guerra mondiale fosse stata vinta da hitler ora non sarebbe una cosa normale pensare che esistono umani inferiori e chi non la penserebbe così sarebbe considerato un "nemico" (e quindi malvagio) ?Come la storia anche la moralità è scritta dai vincitori...
Hem..forse sono stato un pò cinico :P |
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26/11/2005 21:57 |
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| | | OFFLINE | Post: 140
| Registrato il: 13/07/2004 | Città: MILANO | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Conoscitore | |
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Per fare un discorso simile bisogna partire da un dato comune: ognuno di noi, qualunque essere umano, ha una coscienza.
La coscienza è la capacità, prettamente umana, di valutare una propria azione, stabilendo se essa sia buona o malvagia.
Il mito (che è da prendersi ovviamente come tale) di Adamo ed Eva non chiarisce altro se non questo concetto: l'uomo ha una coscienza, e deve agire secondo essa.
Di qui torniamo al nostro discorso: quale, tra tutte le azioni che io compio, è malvagia? Quale non lo è?
Ma ovviamente quella che, SECONDO COSCIENZA, è un'azione sbagliata, malvagia, e viceversa una che non lo è, buona.
Che poi questa coscienza possa ritenere che un'azione sia sbagliata e un'altra no, mentre un'altra coscienza ritenga diversamente, non è questo il problema. Il problema è che, se io faccio qualcosa che so già, per coscienza, prima ancora di farla, essere una cosa malvagia, sto facendo il MALE. Se, nella mia vita, io faccio perlopiù cose che so essere malvagie, tendo alla malvagità. Se agisco solo(per qualunque motivo) contro coscienza, sono un MALVAGIO ASSOLUTO.
Premesso ciò, in d&d, nello spirito di un gioco dai canoni dell'epica classica, come sottolinea Alonzo, troviamo una coscienza che non varia a seconda delle fazioni, o almeno non sostanzialmente.
Mi spiego: c'è un ordine in D&D che è chiaro e preciso, nel quale le coscienze sono più o meno tutte conformate, e quindi è chiaro a tutti cosa sia BUONO e cosa sia MALVAGIO (per molti motivi, in particolare perchè le divinità hanno un ruolo attivo e sono presenti, palesi, non solo supposte: nessuno nega la loro esistenza in d&d, non c'è relativismo).
DUnque, da qui segue che in D&D sia il pg LEGALE BUONO che il pg CAOTICO MALVAGIO hanno la medesima concezione di cosa sia bene o cosa sia male, ma mentre il primo sceglie di agire secondo coscienza, il secondo sceglie di agire contro coscienza. Un pg neutrale, ad esempio, non sceglie: al momento, potrà fare l'una o l'altra cosa. Ma anche lui saprà sempre quando ciò che fa è buono o non lo è, e questa consapevolezza sarà indentica sia per il lich incazzatissimo che per il paladino di Pelor.
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26/11/2005 22:39 |
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| | | OFFLINE | Post: 2.219
| Registrato il: 01/11/2001 | Sesso: Maschile | Moderatore | Adepto | |
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Sono piuttosto d'accordo, però non hai dato un'opinione personale: secondo te questa infinita semplificazione non è una cosa da giocatori di 12 anni che vogliono PX? Per me sì. |
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26/11/2005 22:43 |
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| | | OFFLINE | Post: 141
| Registrato il: 13/07/2004 | Città: MILANO | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Conoscitore | |
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Bè, avevo capito che il discorso "qst è più gdr, qst è meno gdr" fosse OT.
Comunque, per rispondere alla tua domanda, sì, lo trovo banale, e alla lunga anche sterile, dal punto di vista della possibilità narrativa e della drammacità.
Poi vabbè, il discorso non cambia, d&d è fatto perchè tutto sia molto semplice e banale, direi immediato. Non è di certo il meglio sul mercato da questo punto di vista, ma ripeto questo è OT.
La cosa importante è che sei daccordo con me [SM=x77404]
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29/11/2005 17:36 |
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| | | OFFLINE | Post: 148
| Registrato il: 13/07/2004 | Città: MILANO | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Conoscitore | |
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Nessuno è interessato più a questa discussione, nessuno risponde al mio primo post?
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