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Ultimo Aggiornamento: 22/06/2005 19:46
22/06/2005 19:43
 
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ieratico

La scrittura geroglifica si prestava male ad una rapida notazione: per ragioni pratiche, si sviluppò dunque un corsivo, che si basava sui geroglifici: l'ieratico. Questa scrittura è una ricalcatura, segno per segno, della notazione geroglifica, poiché ogni carattere è una schematizzazione del suo originale lapidario.
I primi documenti che attestano l'esistenza di questo corsivo datano dal tempo delle prime dinastie. Sino alla fine del Nuovo reno, per quasi 2000 anni, restò d'uso comune. Generalmente è la scrittura speciale dei papiri, che serviva per le necessità dell'amministrazione, della giustizia e degli affari (conti, rapporti, minute di tribunale, testamenti, diari di lavoro, censimenti, inventari, ecc.), come pure alle esigenze dell'istruzione, della scienza e della letteratura, della religione, della magia, della corrispondenza privata.
Vediamo quindi che gli scribi si servivano dello ieratico con maggior frequenza che dei geroglifici. Da questo corsivo sui papiri, si sviluppò una forma secondaria di scrittura abbreviata, di cui si trovano molti esempi nei graffiti del deserto e nelle stele commemorative lasciate nelle cave dai viaggaitori che vi andavano a lavorare: il corsivo lapidario. Verso la fine del Nuovo Regno, poi, sotto le dinastie libiche, questa scrittura ieratica su pietra ebbe una fortuna particolare.
Sotto la sua forma più comune, quella dei papiri, lo ieratico presenta dei caratteri propri. E' scritto col pennello (sottile canna con la punta schiacciata) e con l'inchiostro nero, le note in rosso servono sia a segnalare il principio dei nuovo paragrafi, sia a distinguere, nei conti, i totali, oppure certi cereali e, nei testi letterari, a marcare la punteggiatura dei versetti; infine a scrivere il nome dei malfattori, essendo il rosso il colore delle forze ostili. Fino al Medio Regno, i testi ieratici si presentano frequentemente in colonne verticali, ma col tempo si generalizza l'uso di scrivere in linea orizzontale. La direzione della scrittura va da destra a sinistra.
Lo ieratico nato dalla scrittura geroglifica, ebbe in seguito un'evoluzione indipendente dal suo modello. Le forme dei segni si modificarono, intervennero legature (raggruppamento di parecchi segni in una sola abbreviazione fatta senza alzare il pennello). Si può così distinguere al primo colpo un testo del Medio Regno da un testo del tempo dei Ramessidi, poiché lo studio dei particolari permette anche di determinare, qualche volta con molta precisione, il secolo o il periodo di secolo in cui venne redatto un testo.
Verso l'800 a.C. sembra però che questa vita interna dello ieratico dia segni di stanchezza. Presto un nuovo corsivo, “ieratico anormale”, compare nell'Alto Egitto; poi più tardi il “demotico” rimpiazza l'ieratico in tutti gli usi correwnti. L'antico ieratico, così come lo si trovava nei testi letterari del nuovo regno, si fissa ormai in una forma che non evolverà più, se non in alcuni punti particolari, e diventa la scrittura riservata ai testi religiosi su papiro. Per questa ragione i viaggiatori greci gli diedero il nome che noi abbiamo conservato, di ieratico, cioè scrittura sacra.
L'uso del calamo (canna tagliata a punta finissima), che appare in Egitto nel III secolo avanti la nostra era e che ben presto sostituì il pennello, modificò assai sensibilmente l'aspetto dei testi ieratici, che ci appaiono, soprattutto nell'epoca romana, sotto una forma lineare assai meschina, in cui è scomparsa tutta l'eleganza degli antichi manoscritti.
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Omnia sunt communia

[Modificato da Staurophylaktos 22/06/2005 19.44]

22/06/2005 19:44
 
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demotico

Verso la fine del VII secolo a.C. assistiamo all'apparizione di documenti scritti in un corsivo nuovo, che utilizzano una grammatica nettamente distinta dal neo-egizio, e che si servono di un nuovo vocabolario: chiamiamo questa lingua e questa scrittura, seguendo in ciò Erodoto, “demotico”
(scrittura popolare). Probabilmente è la forma che ha preso l'egizio parlato nel Basso Egitto: i documenti delle origini sono andati persi e questa nuova scrittura si rivela a noi solo in occasione della conquista del sud per opera dei re saitici.
Per circa un millennio, il demotico resterà, di fronte ai geroglifici ormai quasi limitati alle iscrizioni lapidarie, e allo ieratico, confinato alla letteratura religiosaa, la sola scrittura d'uso veramente comune. E' un corsivo derivato dallo ieratico amministrativo, ma molto più evoluto: legami, abbreviazioni, segni e gruppi superflui vi si moltiplicano, rendendo la lettura molto ardua. Col tempo, la scrittura demotica cessò di rinnovarsi, e si fissò finalemente in una forma abbastanza regolare. Il demotico è, soprattutto, la scrittura dei notai e dei funzionari; è quella dei contratti, dei testi giuridici, dei documenti amministrativi. Ma anche un numero apprezzabile di opere letterarie viene scritto in questa lingua: gesta nazionali (Ciclo di Petubasti), fiabe, testi sapenziali (Ankhsheshonqy, Isinger), novelle mitologiche, profezie, testi magici.
22/06/2005 19:46
 
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Geroglifici

Per capire il sistema geroglifico, bisogna prima rendersi conto del carattere artificiale della nostra scrittura moderna: ridurre tutti i suoni e tutte le articolazioni possibili a un sistema grafico che comprende poco più di venti segni, è stata un'impresa grandiosa realizzata dagli uomini in parecchie migliaia di anni. A noi sembra un procedimento elementare lo scomporre una parola pronunciata in un dato numero di articolazioni e vocali semplici, perchè abbiamo imparato a scrivere fin da bambini. Ma l'uomo primitivi, che ignora la scrittura, può cogliere in un insieme di suoni articolati solo un'idea o un'immagine di un oggetto legata a tali suoni. La nozione di lafabeto (o scomposizione analitica di un insieme di articolazioni) è un fenomeno avvenuto assai tardivamente nella storia della scrittura. La tendenza primordiale è invece di evocare la realtà sensibile per mezzo della rappresentazione diretta, in mancanza di un simbolo, qualsiasi. Questa tendenza si manifesta nella pittura delle grotte preistoriche, ove le cerimonie magiche non vengono più compiute sugli animali stessi; ma sulla loro immagine; ed è essa a fornireai primi scrittori il materiale di base: nel caso specifico della scrittura geroglifica, dà vita agli ideogrammi.

I – Così, per scrivere pesce, casa, battello gli Egiziani usavano i segni rappresentando direttamente gli oggetti. Per evocare non più un oggetto percettibile, ma un'azione fisica, hanno creato degli ideogrammi che raffigurano un momento di tale azione.

Il sistema, quindi, è semplice, ma già per rappresentare le immagini materiali si presentavano certe difficoltà che implicavano l'estensione del sistema: per esempio, come rappresentare la birra, come disegnare il vento? Un liquido non ha una forma particolare, al massimo un colore, che non è necessariamente indicativo; quanto al vento, non è visibile in se stesso e se ne percepiscono solo gli effetti. Nel primo caso, gli scribi fanno quindi ricorso all'immagine del contenitore che serve a contenere la birra:

In mancanza di rappresentazione diretta, l'immagine del contenente può in tal modo evocare l'idea del contenuto. Per raffigurare il vento, gli Egiziani useranno l'immagine di una vela gonfia, disegnando in tal modo l'effetto per significare la causa.
Il sistema è già interessante, ma rimane limitato. Come rappresentare, ad esempio, parole quali padrone, servitore, sposa, fratello? Le flessioni che indicano, nel sistema verbale, le sfumature di compiutezza; i pronomi dimostrativi, i personali?

II – La soluzione di questo problema costituisce l'invenzione della scrittura, segna il passaggio dalla figurazione pura e semplice della realtà materiale (pittografica) alla trasposizione artificiale dei suoni del linguaggio. Gli ideogrammi suggeriscono infatti delle immagini, non delle parole, costituiscono un sistema semantico internazionale. Ma per esprimere parole astratte la scrittura non può essere figurativa, deve diventare un sistema d'evocazione unicamente fonetico, che potrà risvegliare delle idee solo in una data lingua; non basta più vedere i segni per capire il senso di un'iscrizione, bisogna anche pronunciarli, perchè il senso deriva dal suono, non dall'immagine. Arriviamo così alla seconda categoria di geroglifici: quella dei fonogrammi (segni che evocano suoni). Tali segni non saranno più nuove immagini; scelti dal repertorio degli ideogrammi, saranno ormai usati non più per il loro valore di evocazione ma per il loro valore fonetico. I segni cessano d'essere immagini dirette per diventare strumanti grafici, secondo il principio dei nostri rebus. La bocca si leggeva er, corrispondente alla preposizione che significa verso; nello stesso modo her, il volto, sarà usato anche per trascrivere su, e l'occhio truccato, au, esprimerà la parola au piacevole.
Come molto popoli appartenenti ai gruppi linguistici camito-semitici, gli Egiziani attribuiscono alle vocali un'importanza secondaria: la loro scrittura esprime solo le consonanti.

III – Ormai muniti d'ideogrammi, raffigurazione diretta dell'oggetto che si vuole evocare, e di fonogrammi, che col loro numer (oltre 150), permettono, isolatamente o in gruppo, di trascrivere foneticamente tutti i gruppi fondamentali di suoni, gli egiziani avevano già creato una scrittura atta a tradurre tutte le parole della loro lingua.
Ultimo punto importante: l'ordine dei segni. La scrittura geroglifica non separa i vocaboli e raggruppa i segni in modo da evitare il più possibile dei brutti vuoti. Non viene usata punteggiatura. Inoltre, i testi si possono leggere in colonne verticali, e, in ogni caso, tanto da destra a sinistra che al contrario: ci sono quindi quattro disposizioni possibili d'un testo geroglifico. In pratica, il senso del testo si scopre immediatamente dalla disposizione degli esseri animati: guardano tutti verso l'inizio dell'iscrizione.
La scrittura geroglifica appare all'alba del I dinastia (3100 a.C. Circa). Il sistema appare del tutto costituito fin dalla nascita; per più di tre millenni, i geroglifici figureranno su tutti i monumenti egizi, e ci sono pochi oggetti che non comportino iscrizioni. D'altro canto, l'area di diffusione di tale scrittura, corrispondente all'impero egizio, è immensa: comprende non solo la valle del Nilo, ma una buona parte del Sudan, le Oasi Occidentali, il Sinai e molti domini dell'Asia Minore. Nel corso del I millennio a.C., il sistema geroglifico, che fino a qual momento era apparso notevolmente stabile, cominciò a complicarsi, i segni classici acquistarono valori o forme inusutate, e nuovo segni entrarono nell'uso. Gli scribi del Nuovo Regno si accontentavano di 700 segni circa, sotto il regno dei Tolomei si arriva a migliaia.
L'ultima iscrizione geroglifica conosciuta attualmente, contemporanea di Teodosio, è del 24 Agosto 394, nell'isola di File, vicino alla prima cateratta.


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